EconomicDebate
domenica 4 novembre 2018
sabato 6 ottobre 2018
Dadi blackswanistici
La fortuna gioca a dadi con tante facce aventi una distribuzione probabilistica anti-gaussiana, blackswanistica. Essa preferisce gli eventi rari, i quali purtuttavia possono cambiare l'intera distribuzione degli eventi nella vita delle persone coinvolte. Il costrutto probabilistico,a base empiristica, è epistemologicamente difficile da valutare. Difficile dire se esso sia l'indice di una società in declino, o di una comunità della conoscenza che resiste dinanzi alla banalità trionfante, tecno-dotata.
L'individualista si oppure alla distribuzione degli eventi, al confronto delle scelte, rifiuta l'esistenza di corrispondenze, di richiami, di rimandi. Egli è pertanto contrario ad ogni condizione dialogica, il solipsimo domina la propria condizione, egli opera come un soggetto orientato al monologo.
Eppure si tratta di un monologo complesso costituito da una flebile inner voice amplificata dalla tecnologia, dai social-individual-network, dal contesto delle auto-opposizioni, delle auto-convizioni.
L'unico modo per sfuggire all'alterità è rinunciare all'umanità. Senza umanità si può sperare nell'assoluto della bestia o dell'ente massimo.
Eppure la fortuna interviene di nuovo, con i suoi dadi a cambiare il set delle scelte, a modificare le funzione di utilità, a cambiare gli argomenti della massimizzazione, e modifica il missing values in dati certi, il data mining in data meaning, aprendo alla conoscenza nuova l'ente.
La soggettività diviene allora flusso, e l'intensità di manifestazione è segno della buona fortuna.
mercoledì 8 agosto 2018
La riduzione della qualità del lavoro nelle macro-regioni italiane
La qualità del
lavoro. L’indice
afferente la qualità del lavoro è in realtà un indice composito nell’interno
dell’analisi Istat-BES. In modo particolare l’indice è costituito dall’equazione
indicata di seguito:
Nord. L’indice della qualità del lavoro nel Nord è diminuito nel
periodo tra il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’ammontare dell’indice composito della
qualità del lavoro è stato pari ad un ammontare di 109,3. Tra il 2008 e il 2009
l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a
109,3 fino ad un valore pari a 108,3 ovvero una variazione assoluta pari a 1
unità ed una variazione percentuale pari a -0,9. Nel passaggio tra il 2009 e il
2010 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato da un
ammontare pari a 108,3 fino ad un valore pari a 107,4 ovvero una variazione
pari a -0,9 unità equivalente ad un valore di -0,8%. Nel passaggio tra il 2010
e il 2011 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato
da un valore pari a 107,4 fino ad un valore pari a 107,2 ovvero pari ad una
riduzione pari a 0,2 unità in valore sia assoluto sia percentuale. Nel
passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito della qualità
del lavoro è passato da un valore pari a 107,2 fino ad un valore pari 105,5 ovvero
pari ad una riduzione di -1,7 punti in valore assoluto equivalente ad un valore
pari a -1,6 punti in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare
dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 105,5 fino
ad un valore pari a 103,9 ovvero pari ad una variazione equivalente a -1,6
punti in misura assoluta ed equivalente ad un valore di -1,5 punti in misura
percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice della
qualità del lavoro è passato da un valore pari a 103,9 unità fino ad un valore
pari a 102,6 unità ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a -1,3.
Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice di qualità del
lavoro è passato da un ammontare pari a 102,6 fino ad un ammontare pari a 102,9
ovvero una variazione pari a 0,3 punti in valore assoluto e percentuale. Nel
passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito della qualità
del lavoro è aumentato da un valore pari a 102,9 fino ad un valore pari a 103,9
ovvero una variazione pari ad un ammontare di 1,0 punti in misura percentuale
ed assoluta. Nel complesso tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice della
qualità del lavoro è diminuito nel Nord Italia di 5,4 in valore assoluto e di 4,9
in misura percentuale.
Centro. Il valore dell’indice della qualità del lavoro nel Centro è
diminuito nel periodo considerato. Nel 2008 il valore dell’indice della qualità
del lavoro è stato pari ad un valore di 103,3 punti. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare
dell’indice della qualità del lavoro è passato da un ammontare pari a 103,3
fino a 101,7 ovvero pari ad una riduzione di -1,6 in valore assoluto e pari ad
una riduzione di -1,5 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il
2010 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro nel Centro Italia è
passato da un valore pari a 101,7 fino ad un valore pari a 100,0 unità ovvero
una variazione pari a -1,7 in misura assoluta e percentuale. Nel passaggio tra
il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da
un valore pari a 100,1 fino ad un valore pari a 98,3 ovvero una variazione pari
ad un valore di -1,8 in misura assoluta e percentuale. Nel passaggio tra il
2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un
valore pari a 98,3 fino ad un valore pari a 96,4 ovvero una variazione pari a
-1,9 sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Nel passaggio tra il
2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un
valore pari a 96,4 fino ad un valore pari a 94,4 ovvero una variazione assoluta
pari ad un valore di -2,0 ed una variazione percentuale pari a -2,1. Nel
passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice della qualità del
lavoro è passato da 94,4 fino ad un valore pari a 93,3 ovvero una variazione
pari a -1,1 in valore assoluto e pari a -1,2 in valore percentuale. Nel
passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice della qualità del
lavoro è passato da un ammontare pari a 93,3 fino ad un valore pari a 93,8
ovvero pari ad una variazione di 0,5 punti in valore assoluto e percentuale.
Nel passaggio tra il 2008 e il 2016 il valore dell’indice composito della
qualità del lavoro è diminuito di un valore pari a -9,5 in valore assoluto e
pari a -9,2 in valore percentuale.
Mezzogiorno. L’indice composito della qualità del
lavoro è diminuito nel Mezzogiorno nel periodo tra il 2008 e il 2016. Nel 2008
l’indice composito della qualità del lavoro è stato pari ad un valore di 89,5.
Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 l’indice composito della qualità del lavoro
è passato da un valore pari a 89,5 fino ad un valore pari a 88,3 ovvero una
variazione negativa pari a -1,2 in senso assoluto e pari a -1,3 in valore
percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice
composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 88,3 fino ad
un valore pari a 86,00 ovvero una variazione pari ad un valore di -2,3 punti in
misura assoluta e pari a -2,6 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2010
e il 2011 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro nell’interno
del Mezzogiorno è passato da un valore pari a 86,00 fino ad un valore pari a
85,3 ovvero una variazione pari a -0,7 punti in valore assoluto equivalente ad
un valore di -0,8 punti in misura percentuale. Ne passaggio tra il 2011 e il
2012 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro nel Mezzogiorno
è passato da un valore pari a 85,3 fino ad un valore pari a 83,8 ovvero una
variazione negativa pari a -1,5 in valore assoluto e pari a -1,8 in valore
percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice
composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 83,8 fino ad
un valore pari a 81,7 ovvero una variazione pari a -2,1 in valore assoluto e
pari ad un valore di -2,5 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il
2014 il valore dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari
a 81,7 fino ad un valore di 81,5 ovvero una variazione negativa pari ad un
valore di -0,2 punti in misura assoluta e percentuale. Tra il 2014 e il 2015 l’indice
composito della Qualità del lavoro è rimasto immutato a 81,5, mentre è
diminuito di 0,1 punti in misura assoluta percentuale nel passaggio tra il 2015
e il 2016. Nel complesso l’indice composito della qualità del lavoro è
diminuito di un valore pari a -8,1 in valore assoluto e pari a 9,1 in valore
percentuale.
Conclusioni. La qualità del lavoro è diminuita in
Italia. La macro-regione italiana nella quale la qualità del lavoro è diminuita
in misura maggiore è il Centro, poi il Meridione. Tuttavia anche il Nord Italia
ha sperimentato una riduzione della qualità del lavoro. La qualità del lavoro è
una componente essenziale per la valutazione del benessere complessivo degli
italiani. Occorre considerare che per come è costruito l’indice occorre operare
sugli elementi indicati di seguito:
- · Durata dell’occupazione: La durata dell’occupazione è un elemento che opera sia nel senso del part time sia nel senso della durata nel tempo dell’occupazione. E’ necessario considerare la continuità lavorativa degli occupati e nello stesso tempo è necessario anche ridurre i part time involontari senza perdere in flessibilità. La flessibilità, il tempo pieno, e la continuità sono elementi in grado di migliorare la qualità della vita dei lavoratori.
- · Remunerazioni: le remunerazioni degli occupati basse possono ridurre la qualità del lavoro. Per quanto in effetti il mercato del lavoro sia un luogo competitivo nell’ambito del quale esiste una tensione a ribasso sostenuto dall’esercito di riserva dei disoccupati è pure necessario che le politiche economiche stabiliscano dei limiti alla riduzione dei salari per evitare la manifestazione dei cosiddetti working poors, ovvero di soggetti i quali pure lavorando di fatto sono privi di capacità di autonomia ed indipendenza economica e che vertono in ogni caso in condizioni di fragilità e debolezza finanziaria.
- · Servizi ai lavoratori: in modo particolare è necessario procedere alla crescita dei servizi nei confronti dei lavoratori che possano essere in grado di migliorare l’esperienza del lavoro puntando anche sulla dimensione della formazione professionale, dell’integrazione comunitaria e dell’orientamento nei confronti degli obbiettivi di lungo periodo tali da poter incrementare il senso di socialità e relazionalità dei lavoratori nell’interno degli ambienti di lavoro.
Il
dato sulla qualità del lavoro mostra che in realtà la ripresa del prodotto
interno lordo e dell’indice dell’occupazione mal si accompagna ad una
soddisfazione per il lavoro svolto dai lavoratori e la qualità del lavoro bassa
induce anche ad una qualità della vita bassa con un ulteriore riduzione della
possibilità di emancipazione economico-sociale. Occorre peraltro prestare
attenzione alle condizioni di lavoro nel settore dei servizi, una area a bassa
sindacalizzazione, nell’ambito della quale peraltro sembra difficile
individuare delle standardizzazioni che possano incrementare il livello della
qualità della vita dei lavoratori. Le politiche economiche del lavoro devono
pertanto essere anche orientate alla crescita della qualità del lavoro come
elemento costituito il benessere e la soddisfazione di vita dei lavoratori.
martedì 7 agosto 2018
Il divario tra Nord e Sud. Il caso del tasso di occupazione
Il tasso di occupazione
standardizzato. Il
tasso di occupazione standardizzato è anche indicizzato con riferimento all’anno
2010. In modo particolare l’anno base di riferimento è il 2010 ovvero 2010=100.
Il tasso di occupazione standardizzato nel Nord nel 2008 è stato pari a 116,5.
Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il tasso di occupazione standardizzato è
passato da 116,5 fino a 114,3 ovvero una variazione negativa pari a 2,2 punti
equivalenti a -1,9%. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso
di occupazione nel Nord è passato da un valore pari a 114,3 fino ad un valore
pari a 113,6 ovvero una riduzione pari a -0,7 in valore assoluto ed equivalente
a -0,6 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare
del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 113,6
fino ad un valore pari a 114,0 ovvero una variazione assoluta e percentuale
pari a 0,4. Nel passaggio tra il 2011 e 2012 l’ammontare dell’indice di
occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 114,0 fino ad un
valore pari a 113,8 ovvero una variazione pari a -0,2 in via assoluta e
percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 113,8 ad un valore pari a 112,6
ovvero pari ad un valore di -1,2 sotto il punto di vista assoluto e di -1,1
sotto il punto di vista percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare
dell’indice standardizzato dell’occupazione è passato da un valore pari a 112,6
fino ad un valore pari a 113,1 ovvero una crescita dello 0,5 in valore assoluto
e dello 0,4 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare
dell’indice di ripartizione geografica è passato da un valore pari a 113,1 fino
ad un valore pari a 114,0 ovvero una variazione assoluta pari a 0,9 ed una
variazione percentuale pari a 0,8. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare
dell’indice di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 114,0
fino ad un valore pari a 116,0 ovvero una variazione pari a 2 punti in valore
assoluto equivalente a 1,8 punti in valore percentuale. Nel complesso del
periodo il tasso di occupazione del Nord è diminuito di 0,5 punti in valore
assoluto e di 0,4 punti in valore percentuale.
Il
tasso di occupazione standardizzato nel Centro è stato pari ad un valore pari a
110,0 nel 2008. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 110,0 fino ad un valore pari a 108,6 ovvero
una variazione pari a -1,3 punti in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2009
e il 2010 l’ammontare dell’indice dell’occupazione è passato da un valore pari
a 108,6 fino ad un valore pari a 107,8 ovvero pari a -0,7%. Nel passaggio tra
il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore
pari a 107,8 fino ad un valore pari a 107,1 ovvero una variazione pari ad un
valore di -0,6%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di
occupazione è rimasto costante ad un valore pari a 0,00. Nel passaggio tra il
2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari
a 107,1 fino ad un valore pari a 105,8 ovvero una riduzione pari a -1,2%. Nel
passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso di occupazione è passato
da un ammontare pari a 105,8 fino ad un valore pari a 107,0 ovvero una
variazione pari a 1,1%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del
tasso di occupazione è aumentato dello 0,9%
da 107,00 fino a 108,00. Tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 108,0 fino ad un valore pari a 109,1
ovvero una variazione pari a -0,8%.
Il
tasso di occupazione standardizzato nel Mezzogiorno è diminuito nel periodo tra
il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato
è stato pari ad un valore equivalente a 81,9. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare
del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 81,9 fino ad un valore
pari a 79,4 ovvero una variazione assoluta di -2,5 e percentuale pari a -3,1.
Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso di occupazione
standardizzato nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 79,4 fino ad un
valore pari a 78,1 ovvero una variazione assoluta di -1,3 ed una variazione
percentuale pari a -1,6%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del
tasso di occupazione standardizzato è rimasto costante ad un valore pari a
78,1. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di occupazione
standardizzato è passato da un valore pari a 78,1 fino ad un valore pari a 77,6
ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a
-0,6%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione
nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 77,6 fino ad un valore pari a
74,4 ovvero una variazione pari a -3,2 in valore assoluto e pari a -4,1 in
valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso
di occupazione è passato da un valore pari a 74,4 fino ad un valore pari a 73,9
ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a
-0,7. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del tasso di occupazione
standardizzato è passato da un valore pari a 73,9 fino ad un valore pari a 75,2
ovvero una variazione pari a 1,3 in valore assoluto e pari a 1,8 in valore
percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 75,2 fino ad un valore pari a 76,7
ovvero una variazione assoluta pari a 1,5 ed una variazione percentuale pari a
2,00%. Nel complesso nel periodo considerato il tasso di occupazione
standardizzato nel mezzogiorno è diminuito di 5,2 punti in valore assoluto
e di un valore pari a -6,3 punti in
valore percentuale.
Conclusioni.
Il divario tra Nord e Sud in termini di tasso di occupazione è tale da
richiedere delle politiche economiche del lavoro che siano orientate nei
confronti della defiscalizzazione delle assunzioni, nella trasposizione dei
contratti a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato e nella
fondazione di una cultura dell’impresa, del rischio, che possa essere tale da
incrementare il numero delle attività produttive e con essere il numero degli
occupati totali. Occorre pertanto una sinergia tra i policy makers, le
istituzioni e anche gli enti privati, in primo luogo le banche e le
associazioni datoriali per incrementare la presenza delle imprese nell’interno
del tessuto sociale meridionale in modo tale da indirizzare endogeneamente la
trasformazione dello sviluppo economico in crescita economica attraverso l’occupazione.
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