Il
tasso di occupazione standardizzato nel Centro è stato pari ad un valore pari a
110,0 nel 2008. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 110,0 fino ad un valore pari a 108,6 ovvero
una variazione pari a -1,3 punti in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2009
e il 2010 l’ammontare dell’indice dell’occupazione è passato da un valore pari
a 108,6 fino ad un valore pari a 107,8 ovvero pari a -0,7%. Nel passaggio tra
il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore
pari a 107,8 fino ad un valore pari a 107,1 ovvero una variazione pari ad un
valore di -0,6%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di
occupazione è rimasto costante ad un valore pari a 0,00. Nel passaggio tra il
2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari
a 107,1 fino ad un valore pari a 105,8 ovvero una riduzione pari a -1,2%. Nel
passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso di occupazione è passato
da un ammontare pari a 105,8 fino ad un valore pari a 107,0 ovvero una
variazione pari a 1,1%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del
tasso di occupazione è aumentato dello 0,9%
da 107,00 fino a 108,00. Tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 108,0 fino ad un valore pari a 109,1
ovvero una variazione pari a -0,8%.
Il
tasso di occupazione standardizzato nel Mezzogiorno è diminuito nel periodo tra
il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato
è stato pari ad un valore equivalente a 81,9. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare
del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 81,9 fino ad un valore
pari a 79,4 ovvero una variazione assoluta di -2,5 e percentuale pari a -3,1.
Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso di occupazione
standardizzato nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 79,4 fino ad un
valore pari a 78,1 ovvero una variazione assoluta di -1,3 ed una variazione
percentuale pari a -1,6%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del
tasso di occupazione standardizzato è rimasto costante ad un valore pari a
78,1. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di occupazione
standardizzato è passato da un valore pari a 78,1 fino ad un valore pari a 77,6
ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a
-0,6%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione
nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 77,6 fino ad un valore pari a
74,4 ovvero una variazione pari a -3,2 in valore assoluto e pari a -4,1 in
valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso
di occupazione è passato da un valore pari a 74,4 fino ad un valore pari a 73,9
ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a
-0,7. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del tasso di occupazione
standardizzato è passato da un valore pari a 73,9 fino ad un valore pari a 75,2
ovvero una variazione pari a 1,3 in valore assoluto e pari a 1,8 in valore
percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di
occupazione è passato da un valore pari a 75,2 fino ad un valore pari a 76,7
ovvero una variazione assoluta pari a 1,5 ed una variazione percentuale pari a
2,00%. Nel complesso nel periodo considerato il tasso di occupazione
standardizzato nel mezzogiorno è diminuito di 5,2 punti in valore assoluto
e di un valore pari a -6,3 punti in
valore percentuale.
Conclusioni.
Il divario tra Nord e Sud in termini di tasso di occupazione è tale da
richiedere delle politiche economiche del lavoro che siano orientate nei
confronti della defiscalizzazione delle assunzioni, nella trasposizione dei
contratti a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato e nella
fondazione di una cultura dell’impresa, del rischio, che possa essere tale da
incrementare il numero delle attività produttive e con essere il numero degli
occupati totali. Occorre pertanto una sinergia tra i policy makers, le
istituzioni e anche gli enti privati, in primo luogo le banche e le
associazioni datoriali per incrementare la presenza delle imprese nell’interno
del tessuto sociale meridionale in modo tale da indirizzare endogeneamente la
trasformazione dello sviluppo economico in crescita economica attraverso l’occupazione.
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