sabato 6 ottobre 2018

Dadi blackswanistici

La fortuna gioca a dadi con tante facce aventi una distribuzione probabilistica anti-gaussiana, blackswanistica. Essa preferisce gli eventi rari, i quali purtuttavia possono cambiare l'intera distribuzione degli eventi nella vita delle persone coinvolte. Il costrutto probabilistico,a base empiristica, è epistemologicamente difficile da valutare. Difficile dire se esso sia l'indice di una società in declino, o di una comunità della conoscenza che resiste dinanzi alla banalità trionfante, tecno-dotata.
L'individualista si oppure alla distribuzione degli eventi, al confronto delle scelte, rifiuta l'esistenza di corrispondenze, di richiami, di rimandi. Egli è pertanto contrario ad ogni condizione dialogica, il solipsimo domina la propria condizione, egli opera come un soggetto orientato al monologo.
Eppure si tratta di un monologo complesso costituito da una flebile inner voice amplificata dalla tecnologia, dai social-individual-network, dal contesto delle auto-opposizioni, delle auto-convizioni.
L'unico modo per sfuggire all'alterità è rinunciare all'umanità. Senza umanità si può sperare nell'assoluto della bestia o dell'ente massimo.
Eppure la fortuna interviene di nuovo, con i suoi dadi a cambiare il set delle scelte, a modificare le funzione di utilità, a cambiare gli argomenti della massimizzazione, e modifica il missing values in dati certi, il data mining in data meaning, aprendo alla conoscenza nuova l'ente.
La soggettività diviene allora flusso, e l'intensità di manifestazione è segno della buona fortuna.

mercoledì 8 agosto 2018

La riduzione della qualità del lavoro nelle macro-regioni italiane


La qualità del lavoro. L’indice afferente la qualità del lavoro è in realtà un indice composito nell’interno dell’analisi Istat-BES. In modo particolare l’indice è costituito dall’equazione indicata di seguito:




Nord. L’indice della qualità del lavoro nel Nord è diminuito nel periodo tra il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è stato pari ad un ammontare di 109,3. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 109,3 fino ad un valore pari a 108,3 ovvero una variazione assoluta pari a 1 unità ed una variazione percentuale pari a -0,9. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato da un ammontare pari a 108,3 fino ad un valore pari a 107,4 ovvero una variazione pari a -0,9 unità equivalente ad un valore di -0,8%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 107,4 fino ad un valore pari a 107,2 ovvero pari ad una riduzione pari a 0,2 unità in valore sia assoluto sia percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 107,2 fino ad un valore pari 105,5 ovvero pari ad una riduzione di -1,7 punti in valore assoluto equivalente ad un valore pari a -1,6 punti in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 105,5 fino ad un valore pari a 103,9 ovvero pari ad una variazione equivalente a -1,6 punti in misura assoluta ed equivalente ad un valore di -1,5 punti in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 103,9 unità fino ad un valore pari a 102,6 unità ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a -1,3. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice di qualità del lavoro è passato da un ammontare pari a 102,6 fino ad un ammontare pari a 102,9 ovvero una variazione pari a 0,3 punti in valore assoluto e percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è aumentato da un valore pari a 102,9 fino ad un valore pari a 103,9 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 1,0 punti in misura percentuale ed assoluta. Nel complesso tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è diminuito nel Nord Italia di 5,4 in valore assoluto e di 4,9 in misura percentuale.
Centro. Il valore dell’indice della qualità del lavoro nel Centro è diminuito nel periodo considerato. Nel 2008 il valore dell’indice della qualità del lavoro è stato pari ad un valore di 103,3 punti. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un ammontare pari a 103,3 fino a 101,7 ovvero pari ad una riduzione di -1,6 in valore assoluto e pari ad una riduzione di -1,5 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro nel Centro Italia è passato da un valore pari a 101,7 fino ad un valore pari a 100,0 unità ovvero una variazione pari a -1,7 in misura assoluta e percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 100,1 fino ad un valore pari a 98,3 ovvero una variazione pari ad un valore di -1,8 in misura assoluta e percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 98,3 fino ad un valore pari a 96,4 ovvero una variazione pari a -1,9 sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 96,4 fino ad un valore pari a 94,4 ovvero una variazione assoluta pari ad un valore di -2,0 ed una variazione percentuale pari a -2,1. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da 94,4 fino ad un valore pari a 93,3 ovvero una variazione pari a -1,1 in valore assoluto e pari a -1,2 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice della qualità del lavoro è passato da un ammontare pari a 93,3 fino ad un valore pari a 93,8 ovvero pari ad una variazione di 0,5 punti in valore assoluto e percentuale. Nel passaggio tra il 2008 e il 2016 il valore dell’indice composito della qualità del lavoro è diminuito di un valore pari a -9,5 in valore assoluto e pari a -9,2 in valore percentuale.
Mezzogiorno. L’indice composito della qualità del lavoro è diminuito nel Mezzogiorno nel periodo tra il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’indice composito della qualità del lavoro è stato pari ad un valore di 89,5. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 l’indice composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 89,5 fino ad un valore pari a 88,3 ovvero una variazione negativa pari a -1,2 in senso assoluto e pari a -1,3 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 88,3 fino ad un valore pari a 86,00 ovvero una variazione pari ad un valore di -2,3 punti in misura assoluta e pari a -2,6 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro nell’interno del Mezzogiorno è passato da un valore pari a 86,00 fino ad un valore pari a 85,3 ovvero una variazione pari a -0,7 punti in valore assoluto equivalente ad un valore di -0,8 punti in misura percentuale. Ne passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 85,3 fino ad un valore pari a 83,8 ovvero una variazione negativa pari a -1,5 in valore assoluto e pari a -1,8 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice composito della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 83,8 fino ad un valore pari a 81,7 ovvero una variazione pari a -2,1 in valore assoluto e pari ad un valore di -2,5 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore dell’indice della qualità del lavoro è passato da un valore pari a 81,7 fino ad un valore di 81,5 ovvero una variazione negativa pari ad un valore di -0,2 punti in misura assoluta e percentuale. Tra il 2014 e il 2015 l’indice composito della Qualità del lavoro è rimasto immutato a 81,5, mentre è diminuito di 0,1 punti in misura assoluta percentuale nel passaggio tra il 2015 e il 2016. Nel complesso l’indice composito della qualità del lavoro è diminuito di un valore pari a -8,1 in valore assoluto e pari a 9,1 in valore percentuale.
Conclusioni. La qualità del lavoro è diminuita in Italia. La macro-regione italiana nella quale la qualità del lavoro è diminuita in misura maggiore è il Centro, poi il Meridione. Tuttavia anche il Nord Italia ha sperimentato una riduzione della qualità del lavoro. La qualità del lavoro è una componente essenziale per la valutazione del benessere complessivo degli italiani. Occorre considerare che per come è costruito l’indice occorre operare sugli elementi indicati di seguito:
  • ·         Durata dell’occupazione: La durata dell’occupazione è un elemento che opera sia nel senso del part time sia nel senso della durata nel tempo dell’occupazione. E’ necessario considerare la continuità lavorativa degli occupati e nello stesso tempo è necessario anche ridurre i part time involontari senza perdere in flessibilità. La flessibilità, il tempo pieno, e la continuità sono elementi in grado di migliorare la qualità della vita dei lavoratori.
  • ·         Remunerazioni: le remunerazioni degli occupati basse possono ridurre la qualità del lavoro. Per quanto in effetti il mercato del lavoro sia un luogo competitivo nell’ambito del quale esiste una tensione a ribasso sostenuto dall’esercito di riserva dei disoccupati è pure necessario che le politiche economiche stabiliscano dei limiti alla riduzione dei salari per evitare la manifestazione dei cosiddetti working poors, ovvero di soggetti i quali pure lavorando di fatto sono privi di capacità di autonomia ed indipendenza economica e che vertono in ogni caso in condizioni di fragilità e debolezza finanziaria.
  • ·         Servizi ai lavoratori: in modo particolare è necessario procedere alla crescita dei servizi nei confronti dei lavoratori che possano essere in grado di migliorare l’esperienza del lavoro puntando anche sulla dimensione della formazione professionale, dell’integrazione comunitaria e dell’orientamento nei confronti degli obbiettivi di lungo periodo tali da poter incrementare il senso di socialità e relazionalità dei lavoratori nell’interno degli ambienti di lavoro.


Il dato sulla qualità del lavoro mostra che in realtà la ripresa del prodotto interno lordo e dell’indice dell’occupazione mal si accompagna ad una soddisfazione per il lavoro svolto dai lavoratori e la qualità del lavoro bassa induce anche ad una qualità della vita bassa con un ulteriore riduzione della possibilità di emancipazione economico-sociale. Occorre peraltro prestare attenzione alle condizioni di lavoro nel settore dei servizi, una area a bassa sindacalizzazione, nell’ambito della quale peraltro sembra difficile individuare delle standardizzazioni che possano incrementare il livello della qualità della vita dei lavoratori. Le politiche economiche del lavoro devono pertanto essere anche orientate alla crescita della qualità del lavoro come elemento costituito il benessere e la soddisfazione di vita dei lavoratori.









martedì 7 agosto 2018

Il divario tra Nord e Sud. Il caso del tasso di occupazione

Il tasso di occupazione standardizzato. Il tasso di occupazione standardizzato è anche indicizzato con riferimento all’anno 2010. In modo particolare l’anno base di riferimento è il 2010 ovvero 2010=100. Il tasso di occupazione standardizzato nel Nord nel 2008 è stato pari a 116,5. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il tasso di occupazione standardizzato è passato da 116,5 fino a 114,3 ovvero una variazione negativa pari a 2,2 punti equivalenti a -1,9%. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso di occupazione nel Nord è passato da un valore pari a 114,3 fino ad un valore pari a 113,6 ovvero una riduzione pari a -0,7 in valore assoluto ed equivalente a -0,6 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 113,6 fino ad un valore pari a 114,0 ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a 0,4. Nel passaggio tra il 2011 e 2012 l’ammontare dell’indice di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 114,0 fino ad un valore pari a 113,8 ovvero una variazione pari a -0,2 in via assoluta e percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 113,8 ad un valore pari a 112,6 ovvero pari ad un valore di -1,2 sotto il punto di vista assoluto e di -1,1 sotto il punto di vista percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice standardizzato dell’occupazione è passato da un valore pari a 112,6 fino ad un valore pari a 113,1 ovvero una crescita dello 0,5 in valore assoluto e dello 0,4 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice di ripartizione geografica è passato da un valore pari a 113,1 fino ad un valore pari a 114,0 ovvero una variazione assoluta pari a 0,9 ed una variazione percentuale pari a 0,8. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 114,0 fino ad un valore pari a 116,0 ovvero una variazione pari a 2 punti in valore assoluto equivalente a 1,8 punti in valore percentuale. Nel complesso del periodo il tasso di occupazione del Nord è diminuito di 0,5 punti in valore assoluto e di 0,4 punti in valore percentuale.
Il tasso di occupazione standardizzato nel Centro è stato pari ad un valore pari a 110,0 nel 2008. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 110,0 fino ad un valore pari a 108,6 ovvero una variazione pari a -1,3 punti in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice dell’occupazione è passato da un valore pari a 108,6 fino ad un valore pari a 107,8 ovvero pari a -0,7%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 107,8 fino ad un valore pari a 107,1 ovvero una variazione pari ad un valore di -0,6%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di occupazione è rimasto costante ad un valore pari a 0,00. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 107,1 fino ad un valore pari a 105,8 ovvero una riduzione pari a -1,2%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un ammontare pari a 105,8 fino ad un valore pari a 107,0 ovvero una variazione pari a 1,1%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del tasso di occupazione è aumentato dello 0,9%  da 107,00 fino a 108,00. Tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 108,0 fino ad un valore pari a 109,1 ovvero una variazione pari a -0,8%.
Il tasso di occupazione standardizzato nel Mezzogiorno è diminuito nel periodo tra il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è stato pari ad un valore equivalente a 81,9. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 81,9 fino ad un valore pari a 79,4 ovvero una variazione assoluta di -2,5 e percentuale pari a -3,1. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 79,4 fino ad un valore pari a 78,1 ovvero una variazione assoluta di -1,3 ed una variazione percentuale pari a -1,6%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è rimasto costante ad un valore pari a 78,1. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 78,1 fino ad un valore pari a 77,6 ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a -0,6%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 77,6 fino ad un valore pari a 74,4 ovvero una variazione pari a -3,2 in valore assoluto e pari a -4,1 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 74,4 fino ad un valore pari a 73,9 ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a -0,7. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 73,9 fino ad un valore pari a 75,2 ovvero una variazione pari a 1,3 in valore assoluto e pari a 1,8 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 75,2 fino ad un valore pari a 76,7 ovvero una variazione assoluta pari a 1,5 ed una variazione percentuale pari a 2,00%. Nel complesso nel periodo considerato il tasso di occupazione standardizzato nel mezzogiorno è diminuito di 5,2 punti in valore assoluto e  di un valore pari a -6,3 punti in valore percentuale.
Conclusioni. Il divario tra Nord e Sud in termini di tasso di occupazione è tale da richiedere delle politiche economiche del lavoro che siano orientate nei confronti della defiscalizzazione delle assunzioni, nella trasposizione dei contratti a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato e nella fondazione di una cultura dell’impresa, del rischio, che possa essere tale da incrementare il numero delle attività produttive e con essere il numero degli occupati totali. Occorre pertanto una sinergia tra i policy makers, le istituzioni e anche gli enti privati, in primo luogo le banche e le associazioni datoriali per incrementare la presenza delle imprese nell’interno del tessuto sociale meridionale in modo tale da indirizzare endogeneamente la trasformazione dello sviluppo economico in crescita economica attraverso l’occupazione.