martedì 7 agosto 2018

Il divario tra Nord e Sud. Il caso del tasso di occupazione

Il tasso di occupazione standardizzato. Il tasso di occupazione standardizzato è anche indicizzato con riferimento all’anno 2010. In modo particolare l’anno base di riferimento è il 2010 ovvero 2010=100. Il tasso di occupazione standardizzato nel Nord nel 2008 è stato pari a 116,5. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il tasso di occupazione standardizzato è passato da 116,5 fino a 114,3 ovvero una variazione negativa pari a 2,2 punti equivalenti a -1,9%. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso di occupazione nel Nord è passato da un valore pari a 114,3 fino ad un valore pari a 113,6 ovvero una riduzione pari a -0,7 in valore assoluto ed equivalente a -0,6 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 113,6 fino ad un valore pari a 114,0 ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a 0,4. Nel passaggio tra il 2011 e 2012 l’ammontare dell’indice di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 114,0 fino ad un valore pari a 113,8 ovvero una variazione pari a -0,2 in via assoluta e percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 113,8 ad un valore pari a 112,6 ovvero pari ad un valore di -1,2 sotto il punto di vista assoluto e di -1,1 sotto il punto di vista percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice standardizzato dell’occupazione è passato da un valore pari a 112,6 fino ad un valore pari a 113,1 ovvero una crescita dello 0,5 in valore assoluto e dello 0,4 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice di ripartizione geografica è passato da un valore pari a 113,1 fino ad un valore pari a 114,0 ovvero una variazione assoluta pari a 0,9 ed una variazione percentuale pari a 0,8. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 114,0 fino ad un valore pari a 116,0 ovvero una variazione pari a 2 punti in valore assoluto equivalente a 1,8 punti in valore percentuale. Nel complesso del periodo il tasso di occupazione del Nord è diminuito di 0,5 punti in valore assoluto e di 0,4 punti in valore percentuale.
Il tasso di occupazione standardizzato nel Centro è stato pari ad un valore pari a 110,0 nel 2008. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 110,0 fino ad un valore pari a 108,6 ovvero una variazione pari a -1,3 punti in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice dell’occupazione è passato da un valore pari a 108,6 fino ad un valore pari a 107,8 ovvero pari a -0,7%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 107,8 fino ad un valore pari a 107,1 ovvero una variazione pari ad un valore di -0,6%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di occupazione è rimasto costante ad un valore pari a 0,00. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 107,1 fino ad un valore pari a 105,8 ovvero una riduzione pari a -1,2%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un ammontare pari a 105,8 fino ad un valore pari a 107,0 ovvero una variazione pari a 1,1%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del tasso di occupazione è aumentato dello 0,9%  da 107,00 fino a 108,00. Tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 108,0 fino ad un valore pari a 109,1 ovvero una variazione pari a -0,8%.
Il tasso di occupazione standardizzato nel Mezzogiorno è diminuito nel periodo tra il 2008 e il 2016. Nel 2008 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è stato pari ad un valore equivalente a 81,9. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 81,9 fino ad un valore pari a 79,4 ovvero una variazione assoluta di -2,5 e percentuale pari a -3,1. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 79,4 fino ad un valore pari a 78,1 ovvero una variazione assoluta di -1,3 ed una variazione percentuale pari a -1,6%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è rimasto costante ad un valore pari a 78,1. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 78,1 fino ad un valore pari a 77,6 ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a -0,6%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare del tasso di occupazione nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 77,6 fino ad un valore pari a 74,4 ovvero una variazione pari a -3,2 in valore assoluto e pari a -4,1 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 74,4 fino ad un valore pari a 73,9 ovvero una variazione assoluta pari a -0,5 ed una variazione percentuale pari a -0,7. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare del tasso di occupazione standardizzato è passato da un valore pari a 73,9 fino ad un valore pari a 75,2 ovvero una variazione pari a 1,3 in valore assoluto e pari a 1,8 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare del tasso di occupazione è passato da un valore pari a 75,2 fino ad un valore pari a 76,7 ovvero una variazione assoluta pari a 1,5 ed una variazione percentuale pari a 2,00%. Nel complesso nel periodo considerato il tasso di occupazione standardizzato nel mezzogiorno è diminuito di 5,2 punti in valore assoluto e  di un valore pari a -6,3 punti in valore percentuale.
Conclusioni. Il divario tra Nord e Sud in termini di tasso di occupazione è tale da richiedere delle politiche economiche del lavoro che siano orientate nei confronti della defiscalizzazione delle assunzioni, nella trasposizione dei contratti a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato e nella fondazione di una cultura dell’impresa, del rischio, che possa essere tale da incrementare il numero delle attività produttive e con essere il numero degli occupati totali. Occorre pertanto una sinergia tra i policy makers, le istituzioni e anche gli enti privati, in primo luogo le banche e le associazioni datoriali per incrementare la presenza delle imprese nell’interno del tessuto sociale meridionale in modo tale da indirizzare endogeneamente la trasformazione dello sviluppo economico in crescita economica attraverso l’occupazione. 





 


 



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